Contro
i soprusi , le ingiustizie, contro tutto quello che ogni giorno ingoiamo
ma che ci da fastidio, e soprattutto contro chi non è mai
contento. Per scaricarsi da tutte le tensioni e il logorio della vita moderna
, una soluzione è cantare a squarciagola , come suggerisce questo
secondo singolo di Malvezzi.
L'album “Canzoni
di una certa utilità sociale” è una fotografia semiseria sulle 12 anomalie
italiane: l’assenteismo, il qualunquismo, il made in Italy che non è più Italy,
la prostituzione e altri temi che senza tante pretese e con una certa
leggerezza possano essere di “una certa utilità sociale”.
I temi si
susseguono con toni scanzonati, mai troppo provocatori, riuscendo sempre a
strappare un sorriso imbarazzato quando ci accorgiamo di riconoscere qualcuno o
addirittura noi stessi. Nell’album possiamo godere di canzoni intrise di
ironia, dei monologhi in musica ritmati da riflessioni argute che nascono
analizzando gli aspetti più caratteristici e paradossali dell’italianità.
La vena poetica
surreale e caustica di Lorenzo Malvezzi è mitigata da sonorità raffinate,
allegre e coinvolgenti, che rendono meno difficile poter riflettere su quello
che ogni giorno ci indigna e che ci viene propinato con lucido cinismo dalla
stampa e dai telegiornali. “Tante storie in musica dove non ci sono buoni o
cattivi, non si esprimono giudizi, ascoltandolo possiamo riflettere sulle
pittoresche debolezze che fanno di noi il popolo che siamo (nel bene e nel
male) anche agli occhi del mondo che in ogni caso ci guarda sempre con molta
attenzione…”
I musicisti
che hanno partecipato al progetto del disco sono: Lenny de Luca al Pianoforte,
Peter Soave alla fisarmonica, Massimiliano Vitale alle chitarre e Lorenzo
Malvezzi all’ Ukulele e Kazoo. Arrangiamenti: Alain Pagani. Lorenzo Malvezzi in
‘Canzoni di una certa utilità sociale’ si ispira e rivisita in chiave
moderna la grande scuola del Teatro Canzone, dove la parola, la musica e la
teatralità si fondono creando uno strumento espressivo e comunicativo di rara
forza empatica.
Lorenzo Malvezzi nasce a Genova
negli anni ‘70, città dove ritorna a vivere in pianta stabile dopo aver
vagabondato tra il capoluogo ligure, Roma e Milano. Dopo gli studi di chitarra
e sax contralto, il cantautore genovese descrive il suo rapporto con la musica
come “la cosa che più di tutte mi ha dato gioie e dolori, mi ha fatto
volare, mi ha sbattuto a terra, mi ha condizionato la vita come l’eroina fa con
un tossico”. Nel 2004, durante il soggiorno milanese, pubblica “MAN
IN ALTO SAX” per RaiTrade, utilizzato per le sonorizzazioni di
alcuni programmi del palinsesto Rai. Nel 2009, tornato a Genova, compone con I
Ciclotimico “Fortuna che ci sei DJ”, hit che diventa sigla di Radio
Deejay. Nel 2012 accede alla finale del Premio Bindi con il
brano “Manifesto Popolare”, contenuto nel nuovo album CANZONI DI UNA CERTA
UTILITÀ SOCIALE (Ostile Publishing, 2013). L’ironia, caratteristica che
contraddistingue le opere di Lorenzo Malvezzi, “vuoi perché da piccolo ero
grasso” commenta lui in modo sarcastico, lo porta a collaborare con il
comico di Zelig Maurizio Lastrico nel suo spettacolo “Quando fai
qualcosa in giro dimmelo” e ad assidue incursioni nel mondo del cabaret.
Ha ricevuto la
menzione all’interno del premio InediTo 2014 con il brano Nerone
come miglior testo premiato al Salone del libro di Torino.
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