Alle
ottime doti vocali ed espressive affianca alle competenze tecniche la
profondità compositiva che la porta ad affermarsi come cantautrice raffinata e
di forte impatto emotivo. Nelle sue canzoni racconta la sofferenza, la speranza, la paura
e i sogni, attraverso testi semplici e suggestivi, valorizzati appieno
dall’accompagnamento strumentale, che regala un’atmosfera intima ed evocativa.
La canzone racconta di un sogno, in cui la
protagonista ritrova in cantina un cavallo in fin di vita, da lei stessa
dimenticato. L’atmosfera cinematografica viene enfatizzata sia dal testo che
dalla parte musicale, che presenta volutamente delle disparità ritmiche, per portare
l’ascoltatore ad un climax emotivo, in sintonia con lo scorrere del pezzo. Il
cavallo dimenticato rappresenta il senso di colpa, la paura di non essersi
presi cura di chi ne aveva bisogno. L’ arrangiamento è basato sulla commistione
dei diversi suoni e dalle dinamiche musicali che vedono la massima forza nel
ritornello, nel quale la protagonista non si capacita di una tale situazione e
si racconta, nel suo intimo e spasmodico cercare di non dimenticare. La voce è
espressione di questo viaggio onirico ed emotivo. Al risveglio le sensazioni
restano vive e resta il bisogno di
chiedere perdono.
Il videoclip di questo brano, (riprese Donato
Testoni, montaggio Simone Masina) si ambienta in 2 luoghi differenti, in
momenti diversi. La fabbrica è un luogo in disuso, ma molto illuminato, in
piena estate. Nelle riprese fatte al mare siamo poco dopo il tramonto, in
inverno. In entrambe le situazioni l’atmosfera è desolata, solitaria, quasi
surreale. Erika si trova nella fabbrica, con un abito molto elegante, in forte
dissonanza col setting, per sottolineare il contrasto tra ciò che cerca di
essere (precisa, affidabile, matura) e ciò che scopre essere (distratta,
superficiale, inaffidabile). Nelle scene sulla spiaggia si rappresenta il lento
contatto con la parte più nascosta di sé, la presa di coscienza della non
perfezione. Erika canta in mezzo al mare, con i vestiti addosso, come se non le
interessasse più ciò che la circonda.
Un disco, quello di Erika Biavati, che pone
l‘attenzione sugli angoli nascosti dell’animo umano, raccontati con grande
profondità compositiva, maturata negli anni anche grazie al percorso lavorativo
che vede Erika al sostegno di persone con disagio psicofisico. Le sonorità dei
brani oscillano dalle atmosfere più acustiche, in cui primeggiano contrabbasso,
fisarmonica, pianoforte, chitarra folk, fino ad espressioni musicali ricche di
loop elettronici, dando vita ad un album di notevole spessore artistico, capace
di essere al tempo stesso semplice e raffinato.
Grazie alla raccolta fondi sostenuta tramite Musicraiser, è stato
possibile realizzare questo disco dando anche un piccolo aiuto economico alla
Cooperativa Sociale Campi D’arte, la cui sede è stata distrutta dal terremoto
in Emilia Romagna nel 2012.
A soli
sette anni, muove i suoi primi passi nel mondo musicale e continua il suo
cammino di crescita che la porta a diventare una persona di grande sensibilità
umana e artistica.
Il suo percorso si divide tra la musica e
l’impegno sociale.
Erika
assiste persone disabili, portatori di handicap fisici e psichici. Questa
esperienza l’arricchisce profondamente, portandola a guardare le cose da un
punto di vista nuovo, silenzioso, ma attento e proprio grazie a questo, la sua
produzione artistica ne viene fortemente influenzata.
Erika affronta approfonditi studi sul
canto (Premio per la didattica, con la tesi sul Registro di Fischio, al corso
di Alta Formazione in Vocologia Artistica) che tuttora prosegue. Si dedica alla
ricerca e alla sperimentazione, con particolare interesse alla didattica del canto
moderno.
Il
talento di Erika è valorizzato da importanti riconoscimenti da parte della
trasmissione Demo-l’acchiappatalenti di Radio1 Rai, che la
vuole ospite più volte in trasmissione e a manifestazioni quali il Lamezia
Demofest, il premio Demo d’autore, il Demo’s Lady Awards e l’Allegromosso 2012.
Ottiene ottimi risultati in numerosi
concorsi e selezioni, fra cui:
- Una Canzone In Cui Credere (2°classificata nel
2014) - CantiAmo La Vita (1°classificata nel
2013) - WALK ON RIGHTS,
il concorso sui diritti umani di Amnesty International (1°classificata nel
2013) - Premio Lunezia
(2°classificata nel 2012) - Biella Festival
(3°classificata nel 2012) - Premio Musica
Folk d'Autore by Etnoacustica (1°classificata nel 2011) - Premio Poggio Bustone (2009) - Premio Bianca D’Aponte (finalista nel
2006) - Bologna Music
Festival (1°classificata nel 2005)
Erika canta all’apertura di concerti di
importanti artisti quali Ridillo, The Commitments, James Tylor Quartet,
Antonella Ruggiero, Ron, Eric Tylor, Nina Van Horn e Bill Toms, che la vuole al
suo fianco nelle date italiane dei suoi tour 2010, 2012, 2014. Prende parte a diverse edizioni del Ferrara Buskers
Festival e di altri Festival dedicati agli artisti di strada.
Numerosi le
collaborazioni in qualità di cantante, tra le quali è corista in studio per il
cantautore Paolo
Simoni, per il gruppo hip hop Keep Out.
Parallelamente al percorso cantautorale, Erika si
esibisce in diverse formazioni, affrontando molteplici generi musicali: hip
hop, blues, pop, dance, liscio, musical theater. Nel 2007 fonda la band di 10
elementi tributo ad Aretha Franklin SOUL SISTERS, di cui è voce leader.Cantante
nel duo Baci di dama, accompagnata al pianoforte da Silvia Telloli.
Inoltre Erika è ideatrice e realizzatrice di
spettacoli musical-teatrali, porta avanti gli studi sulle relazioni tra
canto-psiche e voce, si dedica alla formazione per gli insegnanti di canto e
tiene seminari sulla didattica della vocalità "estrema".
Erika si esibisce accompagnata dagli stessi
talenuosi musicisti con i quali lavora alla realizzazione dei brani "in
studio": - Ivan Fortini . pianoforte, fisarmonica- Valerio Fuiano .
chitarra - Simone Masina . basso, contrabbasso - Simone Pozzi . batteria
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