Un
viaggio nella storia della nostra musica. La voglia di parlare
attraverso le parole di un grande autore, vivente e brillante, che ha
fatto innamorare Zibba, come molti, attraverso i versi delle sue
canzoni. Il racconto di un mondo passato, di quando la musica era
ancora la musica. Con il supporto di Mescal e del Premio Bindi Zibba
e Almalibre producono, con divertimento e grande rispetto, questo LP
che vuole essere un regalo sentito ad una delle figure più
importanti della canzone d'autore, in un panorama discografico in cui
gli autori fanno ancora molto pur vivendo spesso all'ombra degli
interpreti. Il cantautore Targa Tenco 2012 si affaccia per la prima
volta all'interpretazione di qualcosa di non scritto da lui, sentendo
queste parole tanto vicine da farle sembrare, a volte, sue.
LATO A
DIANO
MARINA (Lauzi, Horel,
Calabrese)
L'arrangiamento
dei fiati richiama l'originale, opera di un grande Stefano Riggi, e
appoggia su uno swing moderno che strizza l'occho a Brian
Setzer. Gioioso, sentito. Un brano che passa di mano mantenendo le
allusioni e le metafore proprie di questo divertente componimento.
E SE
DOMANI (Rossi, Calabrese) SINGOLO
PER LA ROTAZIONE RADIO
Questo
grande brano, importante bandiera della nostra canzone d'autore, è
stato rivisitato in chiave folk/reggae, uno dei linguaggi spesso
utilizzati da Zibba e Almalibre nelle proprie composizioni. Il brano
appare solare, e anche il testo guadagna un tono meno malinconico.
Una nuova vita per questo evergreen che non smetterà mai di
emozionare.
IL DISERTORE (Berg,
Vian, Calabrese)
Poco
da dire su questo capolavoro di canzone, rispettosamente arrangiata
con solo due chitarre suonate live per un sapore ancora più folk.
Zibba racconta di essersi emozionato tanto nel cantare questo brano.
E l'emozione traspare.
CIAO
TI DIRÒ (Reverberi,
Calabrese)
Qui
l'omaggio al Tom Waits di "Heartattack and Vine" è fin
troppo chiaro, a prova di giornalista. Volutamente zoppo, storto,
molesto. Un divertito duplice omaggio.
SENZA
PAROLE (Reverberi,
Calabrese)
Interpretare
questo brano non è facile. Tutto retto dalla chitarra di Stefano
Ronchi è un semplice sussurro ad uno dei capolavori di Calabrese,
che esprime un concetto tanto piccolo quanto enorme dicendo cose che
tutti vorremmo dire a chi amiamo.
LATO
B
BALLA
CHI BALLA (Bosco,
Blanc, Calabrese)
Sembra
la sigla di un telefilm polizziottesco mai esistito questa
reinterpretazione del brano già cantato dalla grande Mina. La band
si è divertita a dare un nuovo sapore alla canzone, e la cura dei
suoni è parte integrante, non solo in questo brano, del lavoro.
I
SING AMMORE (Massara,
Calabrese)
La
presenza di Caldero, già percussionista con Omara Portuondo, ha
suggerito l'arrangiamento di questo classico. Le parole di Giorgio
volano a Cuba, tra bicchieri di Ron e sigari e sorrisi. Un omaggio al
"silencio" cantato dalla stessa Omara e Ibrahim Ferrer nel
film Buena Vista Social Club.
PIOGGIA
DI MARZO (Jobim,
Calabrese)
Qui
il vero e proprio lavoro di reinterpretazione di questo disco. Zibba
ha voluto dare un altro volto alle parole, scovarne il lato più
scuro. Moderno, sospeso. Potrebbe non trovare consensi tra i
puritani, ma è proprio la perfezione della musica di Jobim a
dissuadere dal voler copiare qualcosa ineguagliabile, e da qui l'idea
di andare altrove con le note e l'atmosfera.
SE
CI SEI (Bindi,
Calabrese)
Questo
brano, il 45 giri che lo contiene e l'incontro tra Giorgio Calabrese
e Zibba di quel giorno sono la scintilla che ha acceso l'idea di
questo disco. L'aneddoto vuole che Calabrese firmando il 45 a Zibba
su una terrazza scrisse oltre al suo nome "il sopravvissuto"
e che Zibba abbia pensato di omaggiare questo sopravvissuto ora che è
felicemente in vita. La canzone fu anche, nell'anno in cui Zibba
vinse il Premio Bindi, la cover scelta dalla giuria per l'esibizione
del cantautore.
O
FRIGIDEIRO (Reverberi,
Lauzi, Calabrese)
Un
piccolo omaggio a Michael Brecker che Stefano Riggi ha voluto fosse
il perno di questa semplicissima ma sentita versione di uno dei brani
più divertenti scritti da Giorgio Calabrese. Un sax e una voce, per
chiudere con semplicità questo disco così appassionato. E
compratevi un frigorifero, che vi ci vuole!
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