mercoledì 28 settembre 2016

PIER MAZZOLENI “GENTE DI TERRA” È IL NUOVO ALBUM DEL CANTAUTORE BERGAMASCO



Un disco che abbraccia la canzone popolare d’autore descrivendo un mondo e un tempo assediati dalla mancanza di libertà creativa dalla quale, chi crede ancora nel potere dei sogni, cerca di scappare.

Quinto disco - il suo quarto in studio di Mazzoleni – “Gente di terra” raccoglie le sensazioni e le sfaccettature di un autore che ha bisogno di scoprire se stesso e il mondo che lo circonda, tentando di scappare dalla mancanza di creatività che colpisce questo tempo. Non ci sono muri o linguaggi complicati, né bavagli o fili conduttori: ogni canzone ha un suo perché e proprio per questo motivo il disco può essere considerato un album in cammino. Il viaggio di una società in espansione che ha, spesso, paura del cambiamento.
Pier Mazzoleni si espone a sonorità nuove e diverse dalle sue precedenti esperienze, staccandosi dal jazzy che lo aveva contraddistinto.





«E’ una scelta obbligata e al contempo naturale”, dice lui stesso, “per non cadere nell’obbligo di un arrangiamento scontato. Ho sentito il bisogno di spaziare e uscire allo scoperto perché l’anima mi tormentava da un po’ con la canzone popolare. E mi sono aperto alle collaborazioni. Ventura oltre che essere un bravo scrittore è anche un amico e mi sono trovato subito in linea con il suo modo di percepire la vita, con il suo scrivere»PIER MAZZOLENI




Le potenzialità di questo album, orchestrato o proposto acustico al solo pianoforte e voce, sono diverse. E’ un disco versatile e giovane che sceglie di lasciare poco spazio all’improvvisazione strumentale. Come se tante pedine cangianti componessero un quadro che a ogni ascolto appare diverso.



Track by track
  1. Un giorno un uomo. Un tributo, dal sapore spirituale, e non religioso, all'uomo che ha saputo percorrere i suoi sogni e gli ideali. Quell'uomo che ha attirato a sé le più svariate genti solo con la forza della parola.
  2. Dolce Maddalena. La storia di una donna in cerca dell'amore del suo Dio. È il suo sentimento più puro che si mischia con l'enfasi di un amore carnale. La chitarra si lancia in un susseguo di note spagnoleggianti.
  3. Volo. Il viaggio di chi sa allontanarsi dal mondo caotico per ritrovare se stesso. "La vita è un viaggio", dice l'autore, e certamente è così. La vita è il più bel viaggio del mondo, da compiere senza pregiudizi. 
  4. Uomo di legno. Una traccia del percorso mistico, parte sostanziale di questo album. Un brano che scorre a suon di canzone popolare, sull'incedere arpeggiato della chitarra. È la vicenda di un uomo "di terra e di mare", come si canta.
  5. Gente di terra. Il fischio iniziale, le voci a rincorrersi come in un grande mercato, gli strumenti atipici, sono i primi segnali della canzone Gente di terra. Una infinita marcia sul globo tra amare illusioni di piedi in movimento e voci che hanno ancora coraggio di farsi sentire. Gente a cui "la vita promette", mentre "la morte la osserva", come scrive Pier. 
  6. Il terrorista Jo. Il disco è in buona parte un concept album, Il terrorista Jo evidenzia quel senso di profonda amarezza di un uomo evaso dalla galera; uomo innocente a suo dire. Quando tutti lo considerano un criminale lui grida "Non sono io quello là no non sono io". Per affinità, l'autore, accosta questa storia alla stessa vita di Dio.
  7. Una rosa che non c’era. In Una rosa che non c'era si respira un'atmosfera di pace. Si evince anche qui che questo è un progetto in forte movimento. La fisarmonica trasporta il brano in una dimensione popolare ricca di pathos.
  8. Sono Dio. Forse l'apice di questo percorso. È proprio Dio che racconta il quotidiano, senza cliché, è una voce aperta e priva di caos. La melodia facile si unisce alle metafore testuali. L'assolo giunge al momento propizio per essere gustato in totale libertà. 
  9. Esmeralda. Una ballata d'altri tempi. Caustica ma reale, il cui protagonista, Sigismondo, sa di essere il carnevale di fronte alla donna che ama, da lui paragonata al Natale. Nella parte finale un flauto dal sapore medievale si lancia in un dolce e magico giro di valzer. 
  10. Cambiamento. Lo specchio dei nostri giorni. Una canzone nella quale i logori e ormai ammuffiti conformismi si scontrano contro chi ha desiderio di evoluzione, chi ha necessità di cambiare le cose. La strofa è in italiano e il ritornello in lingua portoghese. "È solo uno sguardo che trasforma il mondo", sussurra alla fine l'autore, su una chitarra spagnola suadente. La stessa frase viene riproposta nel ritornello, chiave di tutto. 
  11. Per chi. Una poesia fatta di frasi da ricordare, da appendere come tanti post-it, pezzi di vita quotidiana. Un mutamento agognato, quello a cui Mazzoleni ambisce per un mondo che hai il dovere di rinnovarsi. Un'altra canzone di viaggio, in cammino, per chi sa come viaggiare. 

BIO

Pier Mazzoleni è un cantautore che miscela la sua storia alle composizioni, raccontate con pochi ed essenziali elementi, con l’emozione costante del rapporto col pubblico. Racconta testi che profumano di mare, di orizzonti e ironie metropolitane, di club fumosi, di amori, di sè e di ciò che ne rappresenta il contrario.
Le sue canzoni sono intrise e grondanti di jazz e di swing, di ritmi latini, di America, di ricordi e di passioni, di storie comuni. Ma anche e soprattutto di racconti popolari e di attenzione per i più deboli.
Muove i primi passi nella musica a 9 anni, come fisarmonicista popolare, e ben presto grazie alla tecnica acquisita, passa alla musica classica con il suo strumento. Ottiene buoni piazzamenti in alcuni concorsi regionali. I Fratelli Toti e Mino Spallino del gruppo Le piccole ore, lo scoprono e lo fanno partecipare al dopo Festival di Sanremo ripreso in tv da La Bussola di Viareggio, nel Febbraio del 1983 (a quindici anni); lì Pier si esibisce con il gruppo dei Made in Italy con i quali presenta la compilation Discotangotanz, prodotta dall’etichetta Alpharecord di Milano. Segue una tourneè di concerti e dirette radio-televisive in Italia con la partecipazione al programma Domenica in presentato da Pippo Baudo. Il periodo successivo, serve per sperimentare alternative alla musica; risulterà logoro ma al tempo stesso fervido di creatività. Ogni elemento viene trattato con cura; dietro allo chansonnier, c’è tanto lavoro, a corollario di un aspetto genuino. A Pier appartiene una voce forte nel timbro a tratti dolce e teatrale che sa esprimere il significato delle parole; come a sottolinearlo, quasi aspetto dominante delle sue canzoni: “La musica che scrivo è accompagnamento ai miei testi, che però vivono di armonia e con essa si intrecciano”. I testi scorrono lungo un asse immaginario, in una dimensione intuitiva e spesso da Crooner. E non è raro scorgere nei suoi scritti parole, modi di dire o inflessioni francesi, reali o inventate. Pier esce allo scoperto con tutte le carte che può giocare; quella del musicista, del cantante e autore, quella del teatrante.
Gli è naturale la formula del "Solo voce-pianoforte". In concerto Pier libera se stesso, il che contribuisce a creare un ponte continuo con il pubblico.
Costituisce il “PM Acoustic Quartet” gruppo attraverso il quale, oltre al suonare i brani più importanti della musica italiana (soprattutto le canzoni della scuola genovese, e su tutte quelle di Luigi Tenco con cui ha un legame forte e indissolubile), sperimenta generi alternativi e collabora con musicisti del panorama pop jazz italiano. E’ direttore del Centro Emotivo Musicale, la scuola di musica da lui fondata a Bergamo nel 2003, presso cui insegna pianoforte e fisarmonica.
È ospite di Red Ronnie per l’intervista e concerto sul palco dei Miti della musica di Bologna.
E’ finalista al Premio Donida 2010.
Nel gennaio e febbraio 2013, in trio (con il percussionista senegalese Dudù Kouate e l’hammondista-fisarmonicista Alberto Sonzogni), porta in giro il tour teatrale “È un uomo” in cui, con la formula a lui più congeniale del teatro canzone, presenta i brani dei suoi dischi, nella duplice veste di cantautore/pianista e attore recitante. La regia dello spettacolo è della regista Rai Silvia Barbieri. Escono diverse recensioni, su tutte quelle su Il Giorno e sul Corriere della sera.
A ottobre 2013 tiene alcuni concerti in duo acustico, piano e chitarra, a Parigi e a Saint Baux in Normandia prodotti da La fabrica quoi.
Il 20 dicembre 2014 è sul palco del Pala Facchetti di Treviglio con Paolo Vallesi, Andy dei Bluvertigo e Luca Napolitano per un omaggio a Jenni Cerea.
Il 21 marzo 2015 è ospite al “Primo Memorial Luigi Tenco” presso il Teatro della Ruggine di Acquiterme, dove presenta una sua rivisitazione jazz di Vedrai vedrai e alcune sue composizioni dal disco La tua strada.
Ha formato una orchestra a suo nome di 9 elementi, a metà tra il jazz e la classica.
Il 28 maggio 2014 ha visto la pubblicazione, con la casa editrice David and Matthaus, Dicembre mai cercato, il suo primo romanzo, presente nei cataloghi Feltrinelli e Mondadori. Tra ottobre e dicembre 2014 ha tenuto 15 presentazioni, quasi tutte con concerto a seguire. Pier è autore di diversi racconti brevi e di circa 200 poesie, scritte in un intervallo di tempo che va dal 1998 a oggi e non ancora pubblicate. Portano la sua firma i progetti musicali, primo tra i quali “L’Isola canzoni d’autore” del 2006, disco pop jazz, condiviso con un piccolo gruppo di musicisti di chiara fama. Registrato tra Maggio e Giugno 2009 “La tua vera identità”, il suo secondo lavoro, un cd con 12 brani, di cui Pier è compositore e produttore artistico. Il terzo disco dal titolo “La tua strada”, uscito a Gennaio 2012, è stato registrato tra Giugno e Settembre 2011 e contiene 13 canzoni inedite. Il nuovo lavoro, il cui il singolo omonimo è uscito in diverse radio italiane, è scritto, composto e pre-prodotto dallo stesso autore, per l’etichetta Oddtimesrecords e distribuito da Egea Italia. Il 29 marzo 2016 è uscito il suo secondo romanzo, Il destino di Ippolita, edito dalla casa editrice Silele. Il suo quarto album di inediti, Gente di terra, è lo specchio del nostro tempo, è il riflesso di popoli che si spostano sulla superficie del globo; sono le voci degli uomini in cammino, uomini che cercano il loro posto. A fronte di altri uomini che hanno paura del cambiamento. E questo nuovo lavoro è anche la parola spirituale di qualcuno che si è sacrificato per l’umanità.

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venerdì 23 settembre 2016

DEDO ESCE IL SUO NUOVO SINGOLO DAL TITOLO “INVERNO MALEDETTO” ACCOMPAGNATO DA UN SORPRENDENTE VIDEOCLIP CON VENATURE PULP CHE VEDE LA STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE DI ASIA ARGENTO E MAX GAZZE’


In questo brano Dedo affronta il tema dell’amore malinconico e impossibile, velato da una nostalgia simile alla saudade cantata dai brasiliani.

Label: 49Records


In "Inverno Maledetto" la figura femminile è vista come un’occasione per scoprire il senso della vita. A volte si apre uno spiraglio che fa intravedere la verità, ma subito dopo questo si richiude lasciando un senso di illusione.



Il singolo, scritto dallo stesso Dedo, è tratto dal suo quarto album “Cuore Elettroacustico”, nel quale l’artista rivela la sua visione di un mondo ormai lanciato a grande velocità sulla strada di un inarrestabile progresso tecnologico dal quale l’uomo, con le sue debolezze ed imperfezioni, rischia di essere fagocitato.
Il disco vede la partecipazione di Max Gazzè e di Faso degli Elio e Le Storie Tese.





DICONO DI LUI:

In questo disco mette a frutto tutta la sua esperienza realizzando un ottimo album, frizzante, vivace e pieno di luce che conserva tutto il sapore dell’estate. Silvia Zacchini, Rockerilla

Un album che si può solo definire sinteticamente “bellissimo” con il più ampio e articolato senso racchiuso in un’unica parola; consigliato, anzi forse è quasi d’obbligo ascoltarlo…vi perdereste qualcosa di unico a non farlo…garantito! Aberto Quadri, Quadriproject.com

Cuore Elettroacustico è un concentrato di vitalità comunicativa. L'esempio di come si possa fare musica accattivante ma di contenuti, non solo musicali ma anche sociali, attraverso un approccio apparentemente leggero e soprattutto un buon gusto che ahimè non è da tutti. Sisco Montalto, Clapbands

DEDO sotto una linea guida che sembra essere stata presa in prestito dal buon Elio e compagni, mi presenta un disco che mi piace mi piace mi piace…insomma mi piace. Il salotto di Malcom, Radio Tweet Italia

Dedo fa un po’ come Gazzè e un po’ come Elio, e lo sa fare, lo sa fare con gusto e con intelligenza, lo sa fare con grandissimo mestiere, e ben inteso è un lavoro di forte personalità, quando finalmente possiamo parlare di ispirazione sincera e matura. Paolo Polidoro, Musicalnews

In sostanza questo Cuore Elettroacustico l’ho trovato forte e intelligente, ricco e cattivo quanto basta per smuovermi riflessioni utili. Alessandro Riva, Musicletter

Per concludere, che dire di questo disco? Che è un perfetto affresco della realtà che ci circonda, la realtà di una piccolaItalietta, già descritta da grandi autori come Giorgio Gaber Rino Gaetano, sempre più allo sfacelo. Lo consiglio sia per le parti strumentali che per i testi, ironici e riflessivi allo stesso tempo, a dimostrazione che non si fa solo pop smielato nel Bel Paese. Vanni Versini, Onda Musicale

Accattivante, sex, smaliziato e malizioso, cinico quanto basta,sociale quanto serve, decisamente e irrimediabilmente intelligente. Sound 36

Il nuovo lavoro di DEDO è un bellissimo viaggio tra Ska e Funky, con tinte di follia e di cinica ironia sul nostro quotidiano. Marco Vittoria, Vento Nuovo

Esce il nuovo lavoro di Dedo, eclettico, cinico e con quel guizzo di follia intelligente che serve per sdrammatizzare e fare polemica allo stesso tempo. Boxmusica

Il perfetto equilibrio di suoni sempre coinvolgenti a cavallo fra ska, funk e pop unito a testi molto efficaci conferiscono all’album un grande spessore. Piergiuseppe Lippolis, MusicMap



BIO
Cantautore e polistrumentista, Dedo ha alle spalle una lunga e prestigiosa carriera di collaborazioni con numerosi artisti italiani tra cui Elio e le Storie Tese, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Raf, Niccolò Fabi, Nicola Piovani, Mario Venuti, Arisa, Cristiano De Andrè, Fabrizio Moro, Bandabardò.
Come componente dell’orchestra del Festival di Sanremo e di numerosi altri programmi televisivi nazionali ha accompagnato artisti del calibro di George Benson, James Taylor, Michael Bublè e Caetano Veloso.
Nel 2003 incide il primo cd a nome WA “Welcome to Atlantis” ed è dell’anno successivo il secondo album intitolato "Atmomy", distribuito da Forrest Hill Records in oltre 15 paesi.
Pubblica nel 2009 il suo primo album personale dal titolo “Miscia Lay” (Bandamariù), nel 2011 il secondo album dal titolo “Bumma” (Bandamariù), nel 2013 il terzo album dal titolo “Best Master Vol. 1” (Dedo & The Megaphones) e nel 2015 il singolo dal titolo “Taggami il nervo dell’amore” con Max Gazzè regista del videoclip e bassista nel brano.
Nel 2014 apre i concerti del “Sotto Casa Tour” di Max Gazzè e nel 2015 partecipa e collabora agli arrangiamenti del tour/cd “Il padrone della festa” (Fabi, Silvestri, Gazzè).
Dal 2013 è in forze nella band di Max Gazzè, reduce da una tournée sold-out che ha riempito teatri e palazzetti in tutta Italia ed Europa.

Il disco è acquistabile su iTunes: CLICCA QUI



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giovedì 22 settembre 2016

MUSICOMIO BAND “CONDIVIDIMI” È IL NUOVO SINGOLO DELLA BAND VINCITRICE DELLA PRIMA EDIZIONE DEL MUSIC JUMP FESTIVAL



Un brano che descrive le dinamiche di un amore nato sul web.

Condividimi” racconta di un amore che sboccia attraverso i social network, che permettono al protagonista di poter nascondere la propria timidezza e la propria personalità riuscendo così ad ottenere l’amicizia, i consensi, i “mi piace” ed infine anche l’amore della donna che non avrebbe mai avuto il coraggio di avvicinare nella realtà. È proprio questo sipario metaforico che porterà il ragazzo a superare gli ostacoli del suo essere introverso trasformandolo da nerd ad una persona sicura di sé.





«Anche per innamorarci ormai usiamo i virtual community, seguiamo persone e guardiamo le loro foto senza consenso. Prima non era così... bisognava essere intimi per poter sfogliare un album fotografico, ora ci basta essere amici di amici, piccoli conoscenti o semplicemente sapere nome e cognome di una persona e possiamo, il più delle volte, sbirciargli la vita al punto da preferire un incontro celato da “face” anziché vivere la sfacciataggine di un incontro “face to face”. La tristezza di tutto questo è che è davvero tutto possibile! E facciamo chissà perché la corsa a dare notizia al mondo della nostra tristezza, dei nostri compleanni, della nostra vita. Perdendo ogni senso della privacy»Musicomio Band

Etichetta: Musikomio Music Production

BIO
La Musicomio Band è un gruppo musicale foggiano composto da Checco Occulto, Rossella Coccia, Mario Pio Coda e Miriana Fabozzi. Formatosi nel Settembre 2015, vantano due pubblicazioni che hanno riscontrato numerosissimi consensi. Immediato l'impegno della band sulla produzione di brani inediti, che inevitabilmente viene influenzata da differenti generi quali PopRockRapMusica elettronica ed Indie ottenendo un risultato davvero originale.
Musik Jump Festival (Ottobre 2015)
La band si presenta al grande pubblico partecipando alla prima edizione del Music Jump Festival e si aggiudica la vittoria dell'evento con il loro primo singolo intitolato "La musica mia", esibendosi sul palco del teatro Umberto Giordano di Foggia dinanzi ad una giuria di esperti musicali, manager, personaggi di spicco del mondo della discografia italiana ed internazionale ed il grande Fausto Leali, presidente di giuria e direttore artistico della manifestazione.
Area Sanremo 2015 (Novembre, Dicembre 2015)
I quattro decidono di confrontarsi con realtà più grandi per realizzare il salto di qualità approdando ad Area Sanremo 2015 col brano “Come un miracolo” superando tutti gli step ed uscendone vincitori con proclamazione ufficiale presso il Teatro del Casinò di Sanremo. I ragazzi acquisiscono così di fatto il diritto a partecipare alla selezione finale di Sanremo Giovani 2015 in diretta Rai con la conduzione di Carlo Conti.


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martedì 13 settembre 2016

MISFATTO “CARMALEONTE” È IL NUOVO SINGOLO DELLA ROCK BAND USCITO IL 9 SETTEMBRE



Un singolo che rappresenta un ponte di congiunzione fra il passato e il futuro artistico del gruppo piacentino.



Ispirata a “Kamaleon”, primo brano dell’album “Rosencrutz is dead” (2015) dei Misfatto, questo nuovo brano è la metamorfosi della stessa band verso il nuovo album in lavorazione ed in uscita a maggio 2017 dal titolo “L’uomo dalle dodici dita”. Il maggior punto di svolta è indicato dal ritorno al canto in italiano (nelle strofe), e quindi alla lingua madre dell’ispirazione letteraria di Gabriele Finotti, leader dei Misfatto. Il singolo Carmaleonte è il giusto ponte fra il futuro album e stile Misfatto, in continua progressione Trip-Rock, e l’intera triade Concept, libro+2 album musicali, uscita fra il 2013 e 2015. Il nuovo singolo, ma anche il relativo video, richiamano a sè molti simboli del rock anni ‘70 e ‘90.
«Carmaleonte è il Karma del Camaleonte»
I Misfatto sono:
Gabriele Finotti - Chitarre e cori
Melody Castellari – Voce
Alberto Zucconi – Voce e chitarra
Marco Cusenza – Chitarra
Simone Cavallaro – Basso
Andrea Farinelli – Batteria
Etichetta: OrzoRock Music
BIO
Nel 2017 I Misfatto compiono trent’anni di nome e attività concertisticaTra i fondatori Gabriele Finotti, che soprattutto negli ultimi anni ha cercato di ringiovanire la band in qualità e concretezza. Il primo disco ufficiale "La fine del giorno" è del 1997. Dal 2000 con l'album "MIsfatto" si definiscono trip-rock band, genere curioso, ma che fondamentalmente si traduce nell’l'unione di rock - pop e psichedelia. Il nome del gruppo è già conosciuto da anni nei circuiti cosiddetti indipendenti della musica italiana. L'ultimo progetto diviso in due album "Heleonor Rosencrutz" 2014 e "Rosencrutz isdead" 2015, si ispira al libro LA CHIESA SENZA TETTO – Trentacinque sogni a Lisbona, dello stesso Gabriele Finotti. In uscita nel 2017 il decimo album ufficiale. A settembre il singolo “Carmaleonte” che sancisce il ritorno ufficiale della band ad un cantato in italiano


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Sito Misfatto www.misfatto.it
Sito OrzoRock Music www.orzorockmusic.it





venerdì 2 settembre 2016

ORZOROCK MUSIC E L’ASSOCIAZIONE CULTURALE “CALICE LIGURE CITTÀ DELLA MUSICA” PRESENTANO LA PRIMA RACCOLTA MUSICALE DEDICATA ALLA CITTÀ DI CALICE LIGURE (SV)



Il ritratto di una realtà musicale legata ad uno specifico territorio del Savonese esce oggi 2 settembre in versione fisica e digitale.



La compilation “La città della musica” nasce dall’esigenza artistica, da parte di Orzorock Music e dell’Associazione Culturale “Calice Ligure Città della Musica”, di disegnare un contesto musicale che affondi le proprie radici a livello strettamente territoriale; una formula già sperimentata con successo dall’etichetta piacentina con “Sulfurea”, compilation dedicata a band operanti ad Acqui Terme (AL).



Calice Ligure è un piccolo borgo del primo entroterra ligure, famoso nell’arte contemporanea per la sua frequentazione, già alla fine degli anni ’70, di artisti provenienti da tutto il mondo.
La vivacità culturale di questo piccolo centro non è testimoniata solo in campo artistico ma anche in quello musicale, visto il numero di musicisti che vi risiedono e che da qualche anno hanno dato vita ad un’associazione che si propone di diffondere e promuovere la cultura musicale, con particolare attenzione alle realtà emergenti, valorizzando i giovani talenti e proponendo una pluralità di generi, dalla musica classica al rock.
In particolare quest’anno giunge alla terza edizione il “Calice Music Festival” che vedrà tra gli altri la prestigiosa esibizione dei “Rezophonic”, con la partecipazione dei Lacuna Coil, Roy Paci e molti protagonisti del rock italiano. Proprio per questa occasione è stata pensata l’uscita e la presentazione di questa compilation, che ha la prestigiosa produzione artistica del calicese Marco Barusso, noto per aver seguito, fra gli altri, anche le ultime fatiche dei Pooh.
Il CD contiene 8 brani che vanno dalla musica classica (con la chitarra classica di Riccardo Pampararo), al rock in inglese dei Brain Less, al rock-wave dei Subbuglio! e allo stoner-rock dei Supasonic Fuzz. Una playlist molto eterogenea ma con in comune il legame con una piccola realtà geografica straordinariamente ricca dal punto di vista culturale.



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