giovedì 27 febbraio 2014

VALERIO PICCOLO: il suo nuovo album è POETRY


Un disco di piccoli gioielli per il cantautore che si divide tra Roma e New York.
Una traduzione in musica e prosa di poesie scritte per lui da grandi autori americani!

La mia traduzione come tramite di un prezioso incontro: la poesia americana si tocca con la musica, e nasce un progetto che è individuale e corale allo stesso tempo. nove racconti per un assaggio del versificare a stelle e strisce.”

Nato a Caserta, vive la sua vita artistica tra Roma e New York.
Dall’anno 2000 è il traduttore ufficiale della folksinger americana Suzanne Vega, con cui collabora per diversi progetti artistici:
dal 2000 al 2004 è a più riprese sul palco insieme alla Vega per il “Solitude Standing Tour”, uno show prodotto dalla casa editrice minimum fax: oltre 30 repliche in tutta Italia, e la realizzazione di un DVD dello show registrato all’Auditorium di Roma. “Solitude Standing” è un format originale in cui l’artista americana e Valerio Piccolo alternano canzoni a parentesi di reading e storie di vita vissuta.
dal 2007 al 2012 apre le date italiane dei suoi tour europei.
nel 2010, a New York, incide con lei un duetto, “Suono nell’aria”, singolo dell’EP omonimo pubblicato nel giugno 2011.
Dal 2006 in poi è di frequente in tour negli Stati Uniti. Principalmente a New York, dove si esibisce con la sua band americana in locali storici del Village e del Lower East Side come “The Bitter End” o “The Living Room”. Ma ultimamente anche in Texas, nella fervida realtà musicale di Austin, dove ha esordito con due concerti nel 2010. Nel maggio 2007, con un concerto/anteprima per l’imminente uscita del disco d’esordio, è in cartellone nella terza edizione della rassegna nazionale “Capua tra letteratura e musica”. (tra gli ospiti musicali delle varie edizioni del festival: Mario Venuti, Federico Zampaglione, Banda Osiris, Peppe Servillo)
Nel novembre 2007 pubblica il suo primo album, “Manhattan Sessions” (La filibusta/Goodfellas), prodotto da Mike Visceglia (per oltre 20 anni bassista e musical director di Suzanne Vega) e registrato per nove decimi al Looking Glass Studios di New York.
Nel novembre 2008 cura la colonna sonora del documentario “War Zones” del regista Gianclaudio Guiducci (già finalista al premio David di Donatello).
Nel 2010, in occasione di un mini-tour americano tra New York e il Texas, esce – completamente autoprodotto – il cd/45 giri “Union Square”, contenente due brani in lingua inglese.
Nel giugno 2011 pubblica, su etichetta Tomobiki/Venus, l’EP “Suono nell’Aria”. Prodotto artisticamente da Massimo Roccaforte (produttore/chitarrista di Carmen Consoli), l’EP contiene il singolo “Suono nell’Aria/Freeze Tag”, un duetto con la folk singer Suzanne Vega, che viene trasmesso da molte radio nazionali e inserito per un mese nella playlist di Radio2.
Il videoclip del singolo (regia di Davide Cocchi con i disegni di Andrea Santonastaso), girato in Super 8 e in forma di fumetto, è sulla homepage di repubblica.it per l’intera giornata d’uscita.
Nel 2012 è anche l’apertura ufficiale del tour estivo di Paola Turci.
Nel 2013 è di nuovo a New York, questa volta per musicare un testo della scrittrice e regista teatrale italiana Francesca Zanni, interpretato in lingua inglese dallo storyteller di Brooklyn Isaac Butler. La performance va in scena al Cornelia Street Cafe, tra i palchi più antichi del Greenwich Village. Nel frattempo comincia a lavorare al suo progetto più importante, Poetry.
Valerio traduce, adatta e mette in musica 9 poesie scritte per lui da grandi poeti/romanzieri/cantautori americani (tra i nomi che hanno aderito al progetto, bestseller come Rick Moody e Jonathan Lethem, il romanziere e critico musicale della rivista New Yorker Ben Greenman, cantautrici del calibro di Suzanne Vega).
Poetry diventa un album, prodotto da Massimo Roccaforte e di prossima pubblicazione su etichetta Novunque. Nel disco, accanto all’ossatura della band formata da Valerio, da Massimo Roccaforte e dai fratelli Gionata e Andrea Costa (violoncello e violino dei Quintorigo), spuntano anche ospiti come Neri Marcorè (che duetta con Valerio nel brano “Maledizione”) e Ferruccio Spinetti (guest star al contrabbasso ne “Il guardiano del faro”). Le canzoni dell’album sono anche parte integrante dello spettacolo di teatro.poesia.canzone “Poetry/Poesia”, scritto e diretto da Francesca Zanni. In scena, oltre a Valerio Piccolo, a Massimo Roccaforte e ai fratelli Costa, l’attore Ignazio Oliva. Lo spettacolo debutterà nella primavera del 2014.
Nel 2015, 6 canzoni inedite di Valerio (scritte in lingua inglese) debutteranno in una piéce in scena a New York al teatro Off-Broadway Rattlestick Playwrights Theater. L’opera, dal titolo “When We Were Good”, è scritta da David Van Asselt.
Valerio Piccolo è anche un traduttore e un adattatore televisivo e cinematografico.
Ha tradotto libri e saggi per le case editrici minimum fax e Piemme, e ha adattato per il doppiaggio dialoghi di importanti registi contemporanei come David Lynch, Tim Burton, Ron Howard, Quentin Tarantino, Alexander Payne.


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mercoledì 26 febbraio 2014

METROMORALITÀ è il nuovo singolo di Adolfo Dececco




Metromoralità anticipa l’omonimo album del cantautore abruzzese in uscita a marzo 2014


Andare via o restare tra i problemi di un Paese che “pretende le rivoluzioni” ma è capace solo di “reazioni” è il dubbio di una generazione, caratterizzata al contempo dall’eccesso di comunicazione e dal rischio di incomunicabilità, che sta scegliendo oggi la strada della propria vita: forse “non farà storia” ma non può prescindere dal dovere della memoria e di una partecipazione disincantata alle vicende della propria società, sempre riflettendo sul rapporto tra sé e l’altro, tra l’uomo esistenziale e l’individuo sociale, tra la metro e la moralità.

Metromoralità, nuovo album di Adolfo Dececco, è nato sotto il segno della produzione artistica di Vince Tempera e Guido Guglielminetti, con la collaborazione di musicisti come Elio Rivagli, Pier Mingotti, Alessandro Arianti, Paolo Giovenchi, Andrea Morelli, Stefano Parenti, Carlo Gaudiello, Fabrizio Barale, Alex Valle e Ivano Zanotti; per alcuni testi, invece, Dececco ha scelto la collaborazione di Giorgio D’Orazio. Nei 10 brani di cui è composto, Metromoralità rispecchia i concetti sottesi a questo neologismo che dà il titolo al primo brano e all’intero lavoro, concetti caratterizzati, sia nei testi che nelle melodie e negli arrangiamenti, da una visione del tutto personale di Dececco. Tra musica e parole è costante il binomio di dimensione intimistica e riflessione collettiva, da quell’osservatorio che è l’Italia del 2014, un momento storico in cui guardare soprattutto alla generazione dei ventenni e trentenni, fra problematiche e sogni, che se dubita sul mondo del lavoro e della politica può ancora credere in una soddisfazione della propria vita nella società attuale grazie alla capacità di vivere la contemporaneità pagando il biglietto alla metropolitana dell’arte: il ruolo dell’artista oggi coincide con quello del pubblico nel senso di lasciare aperte tutte quelle domande che vanno alla ricerca dei possibili riferimenti culturali odierni, per una generazione che non sa bene dove appoggiarsi. Il problema, secondo Dececco, è proprio questo, capire anzitutto se possono essere ancora validi i miti del passato, i quali, anche se costituissero ancora un riferimento, lo stesso in fin dei conti apparirebbe “tragico”, perché significherebbe non poter trovare nel presente nessun ancoraggio culturale.

Adolfo Dececco, classe 1986, all'età di tredici anni inizia a suonare e studiare privatamente la chitarra, affascinato dai grandi musicisti di ambito rock-blues come Angus Young, Eric Clapton, Jimi Hendrix, Jimmy Page. Abbandonati gli studi per continuare da autodidatta, inizia anche a cantare e ad esplorare la via della composizione accompagnata dalla scrittura di testi per brani propri.
Dopo una serie di demo (“Aèdo”, “Per chi vive e muore il 32 dicembre”) e dopo essersi avvicinato al cantautorato dei maestri italiani, da De Andrè a De Gregori, da Tenco a Dalla, da Fossati a Bertoli e a Lolli, senza mai dimenticare il maestro Dylan, incide con l’etichetta Microcosmo di Milano l’album “O si scrive o si canta” (2006) composto da brani scritti da Dececco sia nel testo che nella musica eccetto il brano "Cosa vuoi che sia" al cui testo collabora Giorgio D'Orazio.
Sono anni in cui, sempre a Milano, studia filosofia all’Università “San Raffaele”, una scuola di pensiero dove le lezioni di pensatori come Severino, Donà, Reale e altri lo accompagnano alla laurea, conseguita nel 2008, lasciando una traccia di questa esperienza anche tra i versi delle nuove canzoni che continua a scrivere. Alcune di queste, per quanto concerne i testi, le firma assieme a Giorgio D’Orazio, amico di sempre. Ed è sempre con lui che Adolfo Dececco pubblica “Giocando a Scacchi”, una raccolta di poesie a due mani (Edizioni Tracce, 2005), ed “Eolocrasia vomitevole”, un libello in versi e prosa (ilmiolibro.it, 2009), firmati con lo pseudonimo congiunto “CoroReVerso”. Sempre insieme, nel 2011, redazigono il bisettimanale “L’Altrolato”, un “foglio culturale” a distribuzione locale.
Tra le esperienze dal vivo (con scaletta di canzoni proprie affiancate da cover in versione rivisitata), vanno menzionati il Premio “Pigro” di Urbino del 2006, i Festival “G.R.I.F.” e “Tener-a-mente” di Pescara, rispettivamente del 2010 e 2011, il “Petit tour” organizzato nell’estate del 2010 dall’Associazione Culturale Rimmel per sostenere l’A.I.R.C. (concerti presso l’Auditorium “Fermi” di Celano, il Teatro “Vittoria” di Ortona e lo Spazio “ex Aurum” di Pescara), il Galà della solidarietà "Un sogno in corsia" organizzato dalla onlus Adricesta presso il Teatro Circus di Pescara (2011), oltre a decine di serate e concerti in Abruzzo, che tra il 2012 e il 2013 lo vedono accompagnato dai musicisti della band di De Gregori, prima, e da quelli della band di Guccini poi.
L'intento è di fondere le sonorità rock e blues dei suoi esordi con il folk e con la musica cantautorale più pura, basata sulla centralità del testo. In quest’ottica ha inciso alcuni brani con la produzione di Guido Guglielminetti, da circa trent'anni "capobanda" di Francesco De Gregori, e gli strumenti di Alessandro Valle, Stefano Parenti, Paolo Giovenchi, Alessandro Arianti, Elio Rivagli, Lucio Bardi, Carlo Gaudiello e Fabrizio Barale. Da queste collaborazioni è nato anche il singolo “L'amore paziente”, distribuito da Believe su iTunes e su tutti gli altri digital stores, che in poco tempo ha raggiunto quasi 60.000 visualizzazioni col videoclip su Youtube. Un esordio nel quale risuona la volontà di cercare una nuova via per il cantautorato italiano, del tutto personale nei testi, incisivi ma godibili, e fuso di nuove idee musicali. La musica è firmata da Adolfo Dececco che per il testo si è avvalso della collaborazione di Giorgio D'Orazio. Dalla primavera del 2013 Adolfo è seguito, in studio e sul palco, dal maestro Vince Tempera, che ha deciso di assumerne la direzione artistica, avvalendosi della collaborazione di Pierluigi Mingotti (Guccini), Ivano Zanotti (Bertè) e Andrea Morelli (Cremonini), con i quali Dececco ha inciso nuovi brani per l'album di prossima uscita “metromoralità” nonchè le canzoni selezionate per le audizioni live di Musicultura 2014.
















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lunedì 10 febbraio 2014

SHINE: il nuovo singolo di esordio per l'artista JON MARTIN

Shine, in italiano brillare, splendere, è una canzone d'amore che parla di un colpo di fulmine tra due persone che si incontrano per caso.

Il colpo di fulmine è ciò che fa nascere nell’immediato un sentimento improvviso: nel pezzo il ritornello è la parte più incisiva che descrive proprio come a volte un amore o la persona giusta può arrivare in maniera del tutto inaspettata. 
Disponibile su iTunes e tutti gli store digitali Shine è contenuto in un EP composto da 4 tracce dance, una in versione radio edit, una radio mix e 2 versioni strumentali, mentre "Shine REMIXES” racchiude il remix ufficiale di Jon Martin in chiave ambient, elettronica, dubstep del brano originale. 
Il singolo è accompagnato dal videoclip ufficiale girato nel Parco Nazionale del Circeo, a Sabaudia in provincia di Latina nel Lazio, diretto dal regista Matteo Graia, visibile sul canale Youtube dell'artista.


Michele Lorefice in arte Jon Martin (Serrinha Bahia, Brasile, 29 settembre 1983) è un disc jockey, autore, compositore, cantante e produttore discografico di pop e musica house. 
Jon Martin ha origini brasiliane con tratti somatici europei è nato da una donna brasiliana e da un uomo italiano e adottato dopo la nascita da una famiglia italiana. Cresce e vive a Roma. Per due estati vive a Birmingham e a Londra. Ispirato dalla scena americana rap e urban nel 2006 crea il progetto rap "MC Double Project" o anche "MC DP". Sin dalla giovane età compone le prime basi e beat con i primi campionatori come Akai MPC60, Korg Electribe R e sintetizzatori analogici come Yamaha, Nord Keyboards, Juno-60. Così trascorre gran parte dei suoi anni a perfezionare e migliorare le sue tecniche di composizione tra campionatori,strumenti analogici e solo più tardi l’uso di VST e Software. Nel 2005 crea la sua etichetta indipendente, JMS Entertainment abbreviazione di Jon Martin Studios Entertainment. Nel 2014 lavora al suo programma e podcast mixato “The Evolution of Love”.



www.jonmartindj.com
www.facebook.com/jonmartinofficial

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venerdì 7 febbraio 2014

GEROLAMO SACCO: ALIENO BLUES è il singolo tratto da ALIENO

Un album da cantautore, con canzoni pop, in lingua italiana: una cosa strana per uno che passa dalla new wave alla trance, dall'eletTronica alla Aphex al melodico pop. Un artista non inquadrabile e un disco suonato, cantato, composto, prodotto, mixato da una sola persona. Un disco molto atteso per i suoi trascorsi e per la sua eruzione creativa.


Ricorda, nella sostanza quei lavori tipo i primi di Battiato: basi e beat ballabili, ma con testi particolari e melodie "aeree". Oppure un Bennato elettronico. Oppure può sembrare quelle storie tipo Jova & Benny Benassi fusi insieme. O un De Andrè con un vestito diversissimo.
E Alieno, la prima settimana di pubblicazione, è in classifica Itunes tra gli album più venduti, con  immensa sorpresa.

#Alieno è la storia di un prestigiatore che, tanto tempo fa, inventa una macchina del tempo per stupire il suo pubblico con una magia nuova, e finisce nei cieli dei giorni nostri. Come vedrebbe la nostra epoca un uomo di un’altra epoca? Succede di tutto, da invasioni aliene a muse ammaliatrici che accompagnano #Alieno durante il viaggio. Una rappresentazione teatrale di una realtà che noi viviamo tutti i giorni. Forse non esisteranno “alieni che suonano il blues” come nel disco, non si va ancora a ballare il twist sulla faccia bianca della Luna, ma è questione di giorni. Viviamo tutti qua, nel mondo che #Alieno racconta, storia dopo storia, mentre cresce in lui la consapevolezza sempre più forte di come agire, e reagire, fino a trovare se stesso, persino l’amore e la gioia. Si conclude con #Alieno che partecipa ad un Reality Show in cui mandano le persone su astronavi per osservarle ma, invece che stare al gioco, e fare quello che tutti si aspettano, si impossessa dell’astronave e scompare, per la seconda volta, agli occhi di tutti, volando via in cerca di nuovi mondi. E la storia ricomincia. Non solo un viaggio autobiografico dell’artista bolognese Gerolamo Sacco, forse la storia di tutti noi, in questi anni, nei paesi dove viviamo. Come dice lo stesso Gerolamo “Sono convinto che (quasi) ognuno di noi, almeno una volta, ha fatto una “grande magia”, qualcosa che pensava fosse impossibile, ma è riuscito a fare. Ognuno di noi ha dato battaglia, si è incazzato o si è sentito diverso, una volta nella vita. Ognuno di noi ha le sue guide e ispirazioni. Io ho Caterina c’è chi ha Tila Tequila e chi Milena Gabanelli, ma poco cambia. Ognuno di noi va fuori tempo, quando vuole. Ognuno di noi ha capito che oltre al proprio salotto esiste un mondo che spesso ha delle regole che non sempre coincidono con le nostre. Ognuno di noi è un sognatore, se si lascia andare. Ognuno di noi è un alieno, se cerca se stesso per davvero!”
Dal punto di vista musicale, 21 canzoni in stili completamente diversi ma tutte unite da una narrazione elettronica e dal tocco d’artista vero che sa mettere del suo in ogni cosa richiamandola a sè e ad una propria poetica. Gerolamo è non solo produttore del disco ma anche performer strumentista e cantante di tutte le canzoni, fatta eccezione per le voci femminili che compaiono (Gabriella Monte, Moira Zanetti, Ariella). Un viaggio che trova radici musicali dal blues fino al rock’n'roll, dalla cosmic afro alla dance italiana, dal dub e la dubstep al reggae ipnotico e impazzito che noi chiamiamo “Electrotwist”, per congiungersi con la canzone italiana d’autore, tra Fabrizio De Andrè, Franco Battiato ed Edoardo Bennato. Probabilmente il primo disco nella storia della musica italiana dove il mondo dei dj-producer e quello dei cantautori si incontrano in una sola persona. Da non perdere!

Carriera musicale atipica. Ha iniziato a 18 anni come dj (lavora tuttora come dj, oltre che come produttore e multimedialista) sia nelle discoteche e nei rave-party. Pubblica 12'' da quando aveva 19 anni e dai 21 ai 25, per 4 anni, ha lavorato con Mediarec, nel team di Gg Dag come ideatore e produttore dal 2002 al 2007, anno in cui ha abbandonato totalmente quel mondo per insoddisfazione artistica (nonostante decine di migliaia di copie vendute).
Nel 2006 inizia a studiare composizione classica/pianoforte. Caso più unico che raro per un analfabeta musicale, viene ammesso a composizione in conservatorio, e si laurea in storia della musica moderna e contemporanea al DAMS.
Nel 2008/9 parte Miraloop http://www.miraloop.com, casa discografica di sua invenzione (che oggi ha circa 700 brani in giro che vanno dalla classica contemporanea alla techno, passando per il rock e la sperimentale), diventando un producer di Rock interamente con il computer simulando addirittura delle band, e uscendo finalmente con il proprio volto.
Nel 2011 cambio di marcia e partenza dell'idea Gerolandia Express:  http://www.mixcloud.com/gerolandia/ , ovvero un podcast interattivo dove fans da diverse parti del mondo mandano samples vocali (in lingue assurde a volte) che simulano un viaggio in treno (appunto, il Gerolandia Express) nel suo mondo. I samples si inseriscono nel flusso musicale, ma ciò che rende G.E. una cosa mai fatta è anche il fatto che, sebbene appaia come podcast classico, in tutti i brani che suona, è produttore o produttore/cantante: in due stagioni e 22 appuntamenti suona 120 inediti .
Così, nel 2013, arriva la sua terza stagione in cui si concentra su un album "leggibile" commercialmente, Alieno.


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giovedì 6 febbraio 2014

Fede & gli Infedeli escono col nuovo singolo "Pum PUm PUM"

Una canzone che parla di Sesso, Droga e Rock'n Roll e, sotto forma di metafora, dell'eterna lotta fra il Controllo & l'Abbandono.
Quando arrivano i quarant’anni ci si accorge che la vita non è più tutta davanti, ma che ce n’è già un pezzo alle spalle, e allora si comincia a pensare che Sex Drugs & Rock 'n Roll non siano proprio tutto nella vita e che forse sarebbe meglio rallentare e riflettere, ma allo stesso tempo si vorrebbe ancora un po’ di tempo per continuare a giocare..
Il pezzo è accompagnato da un video il cui protagonista è un innocente nerd che, contro la sua volontà, viene rapito da alcune Streghe e trasformato  in una specie di Satanasso assetato di sensazioni e di piaceri. Il format scelto per la narrazione è quello anni '80 confezionato all'interno di una vecchia e difettosa cassetta VHS. Il video è inoltre un  omaggio al genere horror-trash: i più esperti infatti, non mancheranno di notare alcune precise  citazioni di celebri film di quegli anni appartenenti al genere.

GITA PER BAMBINI è il disco di Fede & Gli Infedeli da cui il singolo Pum PUm PUM è tratto: 
Questo disco è un piccolo viaggio fra diversi generi musicali, da qui il titolo “Gita per Bambini”: ogni canzone rappresenta infatti un mondo musicale differente che l'ascoltatore attraversa per poi passare al successivo. Il "fil rouge" che unisce questi mondi così diversi è proprio questa maniera di intendere la musica, lontana da qualsiasi schieramento: il genere musicale rappresenta per me un mero contenitore all'interno del quale provo ad affermare la mia matrice stilistica; per raggiungere questo scopo avevo bisogno di musicisti pronti a tutto, non "ideologizzati" dal punto di vista musicale.. li ho trovati e ho dato loro il nome che meritavano: Gli Infedeli. Insomma, per quello che ho capito del mondo, la Bellezza è un po' ovunque ed io, con questo disco errante, ho cercato di trovarne un po’”.

FEDE & GLI INFEDELI sono: Federico de’ Robertis (compositore, arrangiatore, cantante e pianista), Ale "AXA" Paolucci (basso e basso stick), Claudio "Sax" Fabiani (sax e flauti), Elisa Ghilardi (voce principale e corista), Filippo Guerrieri (tastiere e arrangiamenti), Francesco "The violin" Carmignani: (violino e loop Station), Luca Giovacchini (chitarre), Piero Perelli (batteria e percussioni), Matteo Sodini (batteria e percussioni), Luca Contini (sound engineering).
 La band si forma nell'autunno 2011 in seguito all'esperienza di lavoro che Federico De’ Robertis ha sviluppato con alcuni musicisti toscani: tutti i componenti della band hanno infatti collaborato alla realizzazione delle colonne sonore composte negli ultimi dieci anni da de' Robertis (Eccezzziunale veramente 2, Alice è in Paradiso, 2061, Ti presento un Amico, Mysteria, 1960, Educazione Siberiana, Area Paradiso, etc). Lo stile del gruppo, che viene ben esplicitato dai motti “My style is no style” e “Impurità è perfezione”, si distingue per l'eterogeneità: nel repertorio compaiono brani che vanno dal pop al reggae, dal rock alla dance elettronica, dall' ethno al melodico italiano. Spesso venati di un vago sapore "retrò", i brani e le canzoni del gruppo dimostrano, nonostante la varietà dei generi, una matrice stilistica inconfondibile, rispecchiando l'anima eclettica e ondivaga del fondatore della band. I testi delle canzoni sono vari anche nella scelta della lingua (la maggior parte delle canzoni è in italiano, ma ce ne sono anche in inglese e in spagnolo), mentre i contenuti vanno dall' ironico al contemplativo, dal sentimentale allo psicologico. Dal vivo, “Fede & gli Infedeli” promettono di non annoiare mai con una performance ricca di sense of humor, appassionata e fortemente coinvolgente dal punto di vista emotivo.




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mercoledì 5 febbraio 2014

ELLE: “Let me be your eyes” e’ il singolo tratto dall’album “Nowhere but here”

Un sound che spazia dal country al rock, uno stile elegante e morbido ma fermo e deciso allo stesso tempo. Un disco carico di energia, emozioni e gioia.

Il brano tratta il tema della cecita’, di una persona che all’improvviso perde la vista, e con lei tutte le modalita’ e abitudini della sua vita precedente. Cerca di esprimere tutta la sua forza nel voler alleggerire il dolore di colui che sta soffrendo, chiedendogli di lasciare che ora sia lei i suoi occhi per andare avanti. E’ un invito ad accettare l’aiuto altrui quando nel proprio cuore non c’e’ rimasta piu’ speranza alcuna.


“Nowhere but here” e’ il primo album di EllE dal sapore internazionale che nasce dall’unione di piu’ forze e che esprime tutto cio’ che di piu’ introspettivo c’e’ nell’animo dell’artista ma anche di chi lo ascolta..
Il disco e’ composto da 10 tracce. Dalla ballad d’amore “Berlin” al singolo “Let me be your eyes”, dalla dolcezza di “A new life” all’oscurita’ di “Killing my love”, racchiude un misto di sensazioni ed emozioni tutte diverse che non lasciano indifferenti.

Ci sono moltissime voci femminili nel mondo, tante bellissime, molte di esse riescono ad esprimere cio’ che di bello si nasconde in loro, qualcuna riesce ad emozionarci.. poche pero’ hanno il coraggio di arrivare come frecce nell’anima delle persone e lasciare una traccia di quell’ immensa e bellissima vibrazione chiamata Musica.
La voce di Elle arriva impetuosa e se ne va in punta di piedi, fluisce come un ruscello discende dai monti e si infrange nel mare librandosi in volo senza paura, arriva nel cuore delle persone e colpisce fino in fondo li dove solo la sensibilita’ della Musica puo’ arrivare..

Elle arriva cosi’, dal nulla, da un passato di cui non scriveremo gran che’, perche’ crediamo che non abbia grande senso parlare di cio’ che e’ stato, fuorviando il presente, e piu’ che altro, se vogliamo, anche perche’ il passato non ha vita alcuna!
La voce di Elle rappresenta esattamente cio’ che lei e’, due lati di una stessa medaglia dove l’uno non puo’ vivere senza l’altro, la notte e il giorno che si rincorrono nelle 24 ore.
Grazie al “casuale” incontro con il produttore Flavio Zampa, dopo anni di salite e discese, andate e ritorni, e forti esperienze, trova pace in questi 11 brani che racchiudono un po’ cio’ che e’ stato il suo viaggio, interiore ed esteriore, di vita artistica e non solo..
Tutto cio’ che c’e’ prima di questo e’ servito ad Elle per arrivare qui dov’e’, le numerosissime esperienze live e in studi di registrazione in Italia e all’estero, ogni singolo incontro con i vari musicisti e produttori, hanno segnato ed influenzato la sua vita accompagnandola fino ad oggi.
Il titolo dell’album la dice lunga..
“Nowhere but Here” e’ il suo primo lavoro ufficiale, carico di energia, emozioni, gioia, dolore e tutto cio’ che si puo’ citare quando davvero si da’ tutto fino alla fine, una fine che in questo caso, segna solo l’inizio di un nuovo ed emozionante capitolo del libro della sua vita…

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