Dopo
una carriera già ricca di riconoscimenti (finalista al Premio Tenco,
attore e autore teatrale e cinematografico, compositore di successi
musicali e sigle radiofoniche), l’eclettico artista, già frontman
de Il Parto delle Nuvole Pesanti, propone un disco altrettanto
poliedrico che traccia un viaggio variopinto fra diverse sfumature
sonore ed emotive.
“Il
senno del Pop”, è un album
di fotografie in forma di canzoni.
Spaiate, indipendenti l’una dall’altra, senza consequenzialità,
nemmeno stilistica. Ogni
canzone è un soggetto a sé,
la fotografia di un momento o di una figura o di un fatto, trattati
ognuno con colori, luci, toni differenti. Tutto questo, tradotto in
musica: nel suono, nelle liriche.
Parlando
delle liriche evidente è la diversità di carattere che le rende
fortemente ironiche o fortemente malinconiche, appassionate ed
estroverse alcune, intime e tormentate altre, di attenzione sociale
altre ancora. Così come accade anche nelle composizioni, nelle
soluzioni armoniche, nelle melodie. Il suono di questo album di
canzoni è piuttosto variopinto. Ci
sono suggestioni latine europee, latine americane, afro e accenni di
nordamerica, il tutto restituito in una maniera schiettamente
italiana.
Camilla
Missio e Roberto Rossi (sezione ritmica)
si muovono in questo senso con grande disinvoltura. L’elemento
acustico è dominante ma vi sono alcune incursioni elettriche
notevoli.
La chitarra di Giancarlo
Bianchetti
in alcuni brani, per esempio, è fondamentale. E le trombe di
Maurizio
Piancastelli,
a volte meravigliosamente naturali a volte psichedelicamente acide.
«Esprimendomi
in prima persona e dovendo inevitabilmente parlare delle “influenze”,
dirò che altri le scoveranno; io, per me, sono influenzato dagli
anni passati suonando a matrimoni e sansilvestri, e poi alle feste di
piazza e di osteria (ce ne sono ancora alcune) e di pub e club, e
dalla pratica coi musicisti amici. Ecco, sono influenzato soprattutto
dai musicisti con cui suono. Non per caso la produzione artistica di
questo album siamo noi stessi, in totale indipendenza, anche di
mezzi. Infatti è stato un lavoro lungo, dilatato nel tempo, che si
costruiva man mano che le possibilità lo permettevano. Anche in
questo senso è una specie di album di fotografie, frammenti di vita
fermati durante l’arco di tre anni. Finché abbiamo deciso che
queste otto canzoni (più due, ripescate da tempi ancor più antichi)
erano un risultato soddisfacente, che ripagava dello sforzo compiuto
per produrle, e ci siamo fermati. Sono canzoni che mi assomigliano,
anagraficamente parlando. Del resto sono stato un esordiente tardivo,
ero un “giovane cantautore” in odore di anzianità fin da
subito». Mirco
Menna
TRACK
BY TRACK
1
PORTATI DA UN FULMINE
Uno
sguardo adulto rivolto a chi adulto lo sta diventando. La tenerezza,
la nostalgia, la fiduciosa apprensione che provocano i ragazzi a
coloro che non lo sono più.
2
ARRIVERAI
Canzone
dell’amore vagheggiato. Il lungo tema d’introduzione è
indicativo della pazienza che occorre per vagheggiare un amore
compiuto.
3
COSI’ PASSIAMO
Canzone
dell’essere transitori, come fu e sarà per chiunque, salvo
credersi eterni. Il tutto, mosso in un panorama che va sonoramente in
frantumi.
4
SOLE NASCENTE
Il
sole
(o Il
sole nascente)
è il titolo di un magnifico dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo.
Qui si immagina che un paesano ritratto nel quadro Il
quarto
stato
dica la sua, in una accorata lettura artistica e politica
dell’esistenza.
5
IL DESCAFFALATORE
È
un funzionario del regime consumista, un personaggio inventato per lo
spettacolo Spreco
di Andrea Segrè e Massimo Cirri e disegnato da Altan.
6
ORA CHE VAI VIA
Una
milonga lenta, cantando degli abbandoni definitivi, della maledizione
di quando è il momento di andarsene e non si vuole.
7
PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
Presupponendo
che sia tardi, ma forse non ancora troppo, una canzone moderatamente
ottimista. Senza speranza ma con qualche ostinata aspettativa.
8
IL SENNO DEL POP
In
quanto titolo dell’album può risultare pubblicità ingannevole,
dato che nel brano (strutturalmente anti-pop) l’autore si smarrisce
cercando di capire dove stia, questo “senno del pop”
bonus
track
9
DA QUI A DOMANI
Versione
acustica in quartetto e dal vivo di un brano precedentemente inciso
con Banda di Avola. Protagonista è il Mercato, ospite celebrato e
fin troppo invasivo.
10
CHIEDO SCUSA SE PARLO DI MARIA
Meravigliosa
canzone di Giorgio Gaber, interpretata una dozzina di anni fa e
pubblicata da Il
Mucchio Selvaggio,
qui riproposta con tutto il cuore.
Etichetta:
Volume!
Pubblicazione
album: 3 novembre 2017
BIO
Mirco
Menna,
bolognese, classe 1963, dapprima batterista poi autore e compositore,
esordisce come cantautore nel 2002 con l’album “Nebbia
di idee”
e per questo lavoro è premiato
al MEI di Faenza come artista emergente
dell’anno. L’album si fregia del plauso autografo di Paolo
Conte:
“…finalmente un disco saporito ed elegante”. Alla fine del 2006
esce per l’etichetta Storie di Note il secondo disco, “Ecco”,
che vanta un prezioso incipit in versi firmati e detti da Fernanda
Pivano. Nel
2007 inizia la collaborazione con il gruppo “Il
Parto delle Nuvole Pesanti”
in qualità di cantante e frontman. Questo sodalizio frutterà
lo spettacolo teatrale (e dvd) “Slum”,
con l’attrice Milvia
Marigliano
(produzione Filodrammatici di Milano e debutto al Mittelfest 2007) e
nel 2008 il
film “I colori dell’abbandono”,
vincitore del Festival Internazionale di Cinema Ambiente e Paesaggio.
Scrive
e mette in scena nel 2008 lo spettacolo di teatro-canzone “Noi
stesi. Cantata dell’emergenza quotidiana”.
È
del febbraio 2010 il debutto dello spettacolo “Spreco” (di e con
Massimo Cirri e Andrea Segrè con disegni originali di Altan) di cui
firma ed esegue le canzoni di scena. Il successivo lavoro
discografico, “…e
l’italiano ride”,
con Banda
di Avola,
è accolto con grande favore da pubblico e critica internazionale.
Ospite
all’edizione 2010 del Premio Tenco,
gli viene poi assegnato il Premio
italiano Musica Popolare
al MEI,
come miglior disco dell'anno. Nel 2014 esce “Io,
Domenico e tu”,
riconoscimento a Domenico Modugno,
segnalato
per la Targa Tenco tra i cinque migliori album della categoria.
Nello stesso anno pubblica il
libro “118 Frammenti Apocrifi”
(Ed. Zona). È del novembre 2017 il nuovo album di canzoni originali
“Il
senno del pop”.
Ha
scritto il testo della canzone “Buonanotte
Rossana”, su musica di Lelio Luttazzi, per Simona Molinari.
Ha scritto la sigla
ufficiale del Festival Clown&Clown, cantata da Enzo Iachetti.
Ha scritto e eseguito un paio di sigle
per la trasmissione radiofonica Caterpillar.
Nel febbraio 2017 a Genova debutta in veste di protagonista
nel FAUSTUS, opera teatrale di Max Manfredi.
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